Archivio per novembre 2006

Sbarco a Londra

Arrivare a Londra la prima volta mi ha fatto uno strano effetto, l’effetto di non farmi effetto. Di solito quando si arriva in una città straniera ci si sente fuori luogo, si osserva la gente e si avverte la sua diversità nazionale, ci si emoziona di paesaggi mai visti o di paesaggi visti ma mai conosciuti e ci si ritrova a guardare il mondo esterno con occhio sconosciuto.Taxi londinesi

Sarà per il fatto che l’inglese è una lingua ormai familiare, sarà per il fatto che ormai le mode e i relativi suoi spacci, negozi e ristoranti, sono un po’ uguali in ogni metropolitana del mondo, ma io, arrivata a Londra, mi sono sentita a casa, senza senso di estraneità, senza disagio. La spiegazione probabilmente si trova nel fatto che Londra è, oggi più che mai, un porto del mondo (come non potrebbe esserlo visto che è la più grande capitale coloniale del mondo); nessuno è straniero a Londra, o, se si preferisce, lo si è tutti.
Il solo camminarci mi fa sentire un pò londinese anche se di Londra non so un bel nulla.

C’è un bel cielo turchese al nostro arrivo, e tanto vento che mi riporta ai ricordi della mia  Dublino. Le nuvole corrono in cielo, ma non fa freddo. C’è una temperatura  perfetta in questo inizio di maggio.

Dove si va?

Dopo poche inspirazioni di aria british, ci coglie un forte pizzicore al naso, come se il vento disperdesse nell’aria fine polvere di pepe, e cominciamo a starnutire interrottamente. Non succede a nessun altro, solo a noi appena sbarcati. Per un attimo mi illudo possa essere la versione realistica del Babel Fish di Adams, come delle pulcette traduttrici che dal naso entrano nel chiocciola dell’orecchio permettendomi di capire e parlere perfettamente inglese. Purtroppo non è così, capisco subito che dovrò continuare a comunicare ricorrendo come sempre alle mie frasi di sopravvivenza e alla mia grande, italica gestualità.

Fazzoletto al naso, starnutendo imperterriti, iniziamo la nostra breve esplorazione.

Viaggi mentali

Sono sempre in treno, condannata al pendolarismo senza fine. E il treno si sa, è un buon luogo di ispirazione.

Si vedono e si sentono tante cose in treno.

Ho deciso di prendere spunto da questo per scrivere brevi racconti assurdi o realistici e di metterli qui nei lunghi periodi in cui, purtroppo, i miei viaggi si limitano alla tratta Varese-Milano e ritorno.


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