Archive for the 'Scarabocchi' Category

Ci sono!

Anche se non sto più scrivendo post, ci sono. Questo vuol dire che leggo le vostre mail e i vostri commenti e, se è il caso, rispondo. Faccio presente che per problemi inerenti la celiachia il sito fondamentale è quello dell’Associazione Celiachia a cui ogni celiaco dovrebbe iscriversi perchè lavorano molto bene e hanno fatto tante cose in questi anni per facilitarci la vita, quindi soldi ben spesi. Il sito è semplicissimo: http://www.celiachia.it/home/_home.aspx
Per quanto riguarda i problemi inerenti i celiaci in viaggio, non ho scritto moltissimo al riguardo però un po’ di post ci sono, non fermatevi a quello che vi esce con i motori di ricerca (beh in quel caso non leggerete nemmmeno questo, di post) 🙂

Terremoti

Ho atteso un bel po’ prima di scrivere.
Non ho considerazioni originali su quanto è accaduto in Abruzzo, a una mente razionale come quella di quasi tutti noi pare ovvio che in un paese sismico come l’Italia, fatto noto da decenni o più, si costruisca sismico. E invece non è così. Si dovrebbe ma non si fa. Non si fa per risparmio, non si fa per disonestà, non si fa perchè chissenefrega.

Nell’aprile 2005 mi trovavo a Tokyo, dormivo all’8° e ultimo piano di un alberghetto due stelle vicino al mercato del pesce di Tzukiji. Alle 7.30 mi sento scuotere, apro gli occhi e incontro quelli del mio compagno, stessa aria interrogativa dei miei ma capiamo subito che è uno dei famosi terremoti del Giappone.
Non sento tremolii ma solo un movimento dolce ed elastico, come se mi trovassi sulla punta di un solido pino mosso dal vento. Oscillo. Sento le grucce nell’armadio tintinnare. Cerco di capire cosa fare perchè non mi pare una scossa forte e non so se scendere o restare in camera. Nel corridoio dell’albergo c’è solo silenzio così a fatica, barcollando raggiungo la finestra. Vedo la gente con gli ombrelli camminare per strada… non mi pare di vedere agitazione. Così attendiamo che finisca e io scoppio pure in una risata di contentezza da turista: che bello, ho sentito un terremoto a Tokyo!
E’ stato solo alle 14.30 locali, quando ho ricevuto la telefonata dai miei che avevano sentito la notizia in Italia che ho realizzato che non era stata proprio una passeggiata, faccio notare che venti minuti di ritardo nei trasporti è il ritardo quotidiano dei treni in italia, senza terremoti e questo è l’unico effetto che hanno avuto!

Quando racconto questo episodio, soprattutto in questi giorni, i miei interlocutori italiani reagiscono tutti allo stesso modo, con rassegnazione alzano le spalle e dicono “eh che ci vuoi fare, l’Italia è così”.
Bene finchè al dolore, alla rabbia, all’indignazione seguirà un’alzata di spalle e un “siamo italiani, siamo fatti così” nulla potrà cambiare, non cambieranno le case, non cambieranno gli ospedali e le scuole, non cambieranno i politici e la mentalità dei furbi, non cambierà il nostro mondo italiano.
Ma noi non ce lo meritiamo, perchè meriteremmo palazzi che danzano quando c’è il terremoto, proprio come quelli giapponesi.

Ciao…

Ciao pelosone…mi mancherai tanto!

Buon Anno!

neve della befana

solo perchè esisto
sono qui
tra la neve che cade

[issa]

Buon Natale!

Buon Natale a tutti!

Fanciullina uno

Io per certe cose sono rimasta una fanciullina. Quando si tratta di mangiare e bere, per esempio.

Settimana scorsa ero di buon umore e quando sono di buon umore divento teneramente infantile. Insomma ero in giro per grandi magazzini in pausa pranzo e m’è venuto in mente di comprare un bollitore per farci il te’ in ufficio. Pensato e fatto, mica come i colleghi che nei deliri invernali avevano progettato l’acquisto di un microonde per le zuppe del casale e nell’afa estiva proposto un minifrigobar per bibite, yogurt pro dieta e vodka antidepressiva senza mai concretizzare nulla.

Ho comprato il bollitore, il te’ verde e con la tazza che avevo già (anni fa ho fraternizzato con un altro ufficio molto godereccio che di tanto in tanto mi invita a prendere il te’) sono tornata in ufficio felice come una bimbetta . Finalmente potevo avere un ruolo in azienda, fare il te’ (e anche il caffe liofilizzato)!

Però, sarà la calura estiva, sarà il senso di colpa dei colleghi che avevano proposto una cucina super attrezzata che non s’è mai vista, al mio grido entusiasta “TEEEEEEEEEE’?????????????” nessuno si aggrega e così bevo sempre il te’ da sola. I miei colleghi li vedo molto inteneriti dalla situazione, mi guardano sorridenti mentre riempio il bollitore, mentre preparo il te’ in bustina (ok è sacrilego però insomma non voglio esagerare è pur sempre un ufficio!), mentre degusto (o meglio tracanno) e raggiungono il massimo della tenerezza quando mi avvio verso il bagno con la mia mug da lavare. Sembro proprio me treenne quando scioglievo il pongo nel Dolce Forno.

Beh felice di farli sorridere in questo grigiore milanese anche se li ho visti preoccupati sentendo i miei discorsi sulla possibilità per questo inverno di preparare odorose zuppe liofilizzate. Esisterà la polenta istantanea?

Dedicata a me

Io l’ho cercata sopra il colle
La mia piccola ribelle
Stava invece in casa tua
O bambola
Con me viveva sotto il sole
A nutrirsi di parole
Quando mai la rivedrò
O bambola
Si dice in giro che la tieni male
Come fai
Mandami a dire se è vero
Corro a prenderla
E se l’hai vista intorno al fiume
Per le strade sulla neve
Pensaci e fammela
Una ipotesi
Si dice in giro che la tieni male
Come fai
Mandami a dire se è vero
Corro a prenderla
Dicono che si è fatta brutta
Questo non mi va
Mandami a dire se è vero
Corro a prenderla
L’abbellirò con nastri rosa
Fiori gialli tra i capelli
Riderà incredula
O bambola
Riderà incredula
O bambola
Riderà incredula
O bambola

 

Per una bambola – Patty Pravo -1984

 

Addio Pippa

Addio a Pippa, che non conoscevo.

Ha fatto del viaggiare un’arte e già solo per questo una grande.

Girare in autostop vestita da sposa è stata un’idea pazzescamente bellissima, peccato che la follia vera sia ben altro, quella che l’ha gettata in un fosso dopo averla violata

Sweet home Alabama

Stamattina mi sono inspiegabilmente svegliata con Sweet home Alabama in testa.
Che sia ora di un viaggio?

La mia nonna

Ciao nonna,

sto pensando all’ultima volta che ti ho sentito, una decina di giorni fa. Ti ho chiamato per avvisarti che ero tornata dall’America e per dirti che mi ero divertita.

Ora ho appena saputo che te ne sei andata. Così, in pochi minuti. Ho sempre immaginato che la tua morte sarebbe stata così, senza dare disturbo a nessuno. Tu donna cieca che ha vissuto da sola sino all’ultimo.

E un po’ mi fa sorridere che tu sia stata male mentre ti preparavi per andare dalla parrucchiera, perchè sino all’ultimo ci hai tenuto a te stessa.

Mi spiace nonna che questo natale non ci sarai, mi spiace che non mi chiamerai mai più al telefono sorprendendomi, mi spiace che non sentirò più la tua voce contenta per una mia telefonata.

Ciao nonna


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