Mi sono chiesta cosa raccontare del mio viaggio newyorkese.
Avrei potuto cominciare con un racconto in ordine cronologico, come un diario, oppure a temi o in ordine sparso invece ho deciso di parlare di un luogo che per me rappresenta, parafrasando il locale di Little Italy che recita “The best cannoli of Planet Earth”, per me rappresenta, dicevo, il posto più felice del pianeta Terra.
Parlo di un negozietto a metà strada tra la magia allegra e golosa della fabbrica di Willy Wonka, ma più piccina, e l’empatia e gentilezza del negozio di Chocolat. Aggiungete il merito morale che lì si vendano dolci bellissimi e buonissimi che possono essere mangiati anche dai più sfigati o dai più retti (leggetevi in questo celiaci, diabetici e vegani) e capirete che posto speciale sia.
Come vi avevo preannunciato, sono andata a fare colazione da Babycakes! Il negozietto è davvero piccolissimo; quando si entra, ci si trova subito di fronte alla piccola vetrinetta piena di dolci colorati e profumati. Subito dietro al bancone, il piccolo laboratorio, dove tre soavi fanciulle, in religioso silenzio e ordine, versano impasti e sfornano dolci.
Mi avvicino alla vetrinetta e, dietro di essa, un ragazzo che mi appare come un arcangelo venuto ad annunciarmi la lieta novella e cioè che posso anch’io trafogarmi di dolci senza doverli fare da me. Balbetto che vorrei mangiare dei dolci senza glutine (specificando anche senza spelt, cioè farro, perchè alcuni lo contengono) e lui gentilmente mi indica tutta una serie di cupcake e fette di torta. Sono imbarazzata dall’ampia scelta che mi si prospetta però poi, golosastra che non sono altro, punto subito un cupcake al cioccolato. Pago e lo addento seduta su uno sgabello. Scusatemi se la foto che ho messo è quella del loro sito ma in quel momento non ci pensavo proprio a fare foto, comunque, per darvi un’idea, il cupcake che ho assaggiato era come quello marrone che vedete. Che dire: divino. Soffice, cioccolatoso, tutt’altro che secco, insomma, buonissimo. Me lo gusto avidamente. La seconda scelta ricade invece su una fetta di torta Cinnamon and apples, buonissima anche quella. Mi chiedo cosa utilizzino in sostituzione degli alimenti di origine animale che i vegani non possono mangiare…
Non è come la nostra pasticceria, così complicata e sofisticata, stiamo parlando di cupcake e semplici torte, la pasticceria della nonna, quella che scalda il cuore. E infatti la bacheca appesa al muro è ricoperta di messaggi di ringraziamento sincero. Il fatto che sia gestita da giovani carini e gentili lo rende un posto veramente speciale e credo che qui in Italia, anche nell’avanzata Milano, pure abitata da diabetici, celiaci e vegani, non sarebbe la stessa cosa.
Nel frattempo, il negozio si è rimpito per la colazione domenicale (cioè sono arrivate, in ordine sparso, ben 4 persone) e io, ora che sono pienamente soddisfatta della mia pancia piena, mi ricordo della tabella di marcia. Prendo qualche fetta di torta per la colazione dei giorni dopo e, già nostalgica, esco per fare un giro nella storica Orchard Street.
Insomma, se sapete cosa vuol dire avere delle pesanti restrisizioni alimentari e finite a New York, andateci assolutamente!