Archivio per marzo 2008

In Giappone senza glutine

Qualche anno fa sono stata in Giappone, a Kyoto e Tokyo.
Come celiaca pazza per il sushi mi sono nutrita principalmente (più corretto dire esclusivamente) di quello (evitando, per prudenza, la salsa di soya visto che in Italia  contiene glutine).

Sushi a Kyoto

A ogni buon conto però mi ero fatta tradurre da una amica giapponese le spiegazioni della mia intolleranza da sottoporre ai cuochi. Il foglietto da stampare lo potete trovare qui.
Il testo originario non ce l’ho più ma in sostanza spiega che sono intollerante al glutine che si trova in grano, farro, avena etc e quindi non posso mangiare nulla che contenga o sia infarinato o impanato con queste sostanze, mentre posso mangiare, riso, soya, grano saraceno etc, e chiede la gentilezza di indicarmi quali sono i piatti che posso mangiare, insomma le solite spiegazioni che ben conosciamo. L’ho testato in un paio di occasioni e devo dire che ha fatto il suo dovere.
Una volta ho mangiato pollo al curry (il Giappone è pieno di fast food di specialità al curry) cioè riso con pollo in salsa al curry molto densa, di lì la mia preoccupazione che potesse contenere farina (se fosse stato fatto da cuochi italiani la conterrebbe sicuramente); in quel frangente ho fatto leggere il foglio alla cameriera che è sparita per alcuni minuti e poi mi ha fatto capire che potevo mangiarlo. Effettivamente non sono stata male.
La seconda volta è stato più divertente, ero in un locale di ambientazione piuttosto inglese, sulla tovaglietta c’erano le foto dei relativi piatti (cosa comune in Giappone, lì usa molto anche la riproduzione in plastica dei piatti offerti), anche lì ho allungato il foglietto al cameriere che è scomparso per diversi minuti e ho visto, attraverso la finestrella della cucina, tutti i cuochi unirsi attorno al foglietto a dibattere… ho pensato al solito cameriere italiano che quando gli spieghi la cosa ti risponde “no signora, non c’è farina, stia tranquilla, al massimo proprio un pizzico” e ho convenuto ancora una volta che essere celiaci in Italia è la condizione peggiore, non solo perchè la farina è ovunque ma anche per il carattere approssimativo e facilone degli italiani. I giapponesi invece non sono così e dopo il consulto il cameriere è tornato e con sicurezza mi ha indicato sulla tovaglietta quali erano i piatti che potevo mangiare. Anche lì non sono stata male.
Se andate in Giappone quindi vi consiglio di portarvi dietro questa traduzione e comunque, per evitarvi qualsiasi stress datevi al sushi, perchè non c’è paragone con quello che si trova in Italia, sia per prezzo (nel locali più economici nel 2005 con 9-20 euro a testa si mangiava da scoppiare) sia come qualità.

Sweet home Alabama

Stamattina mi sono inspiegabilmente svegliata con Sweet home Alabama in testa.
Che sia ora di un viaggio?


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