Archivio per giugno 2008

Ad Alexander Platz NON c’era la neve…

Alex vista da Kik

Grazie a Kik per avermi prestato la sua foto di Alexander Platz che potete vedere anche qui

…ma un sole splendente e un cielo caraibico che mi hanno lasciato come souvenir una bella abbronzatura da muratore!
Di Alex che tanto mi incuriosiva dirò che effettivamente non è bella, ma non è caotica e confusionaria come ho letto da qualche parte, anzi tutt’altro, e alla fine nella sua bruttezza, ho deciso che comunque è uno dei luoghi più tipici di Berlino. Mi ci sono anche affezionata perchè il nostro Hotel si staglia sopra di essa in modo imbarazzante; se non fosse per la famosa antenna della televisione che lo supera in altezza sarebbe il palazzo più alto della zona e forse di tutta Berlino (ma forse no, considerando che geniali architetti, tra cui l’onnipresente Piano, hanno trasformato la fascia di fango che era Postdammer Platz ai tempi del muro in un nucleo di alti palazzi archittetonicamente incredibili).

Siamo andati a Berlino nel week end di Pentecoste ma questo lo abbiamo scoperto solo di lunedì quando saremmo voluti andare per negozi e alle 10 era ancora tutto chiuso. In Germania dev’essere una festività piuttosto importante e festeggiata visto che in diversi luoghi (anche all’ingresso di una sorta di centro sociale punk) ho visto cartelloni con scritte di “Happy Pentecost! :)”.
Comunque, torniamo al nostro arrivo. Già dalla metropolitana di superficie possiamo dare un’occhio al paesaggio, la periferia di Berlino è fatta di nulla. Si passa attraverso campi, campi, campi e poi casine, quache palazzo DDR e poi lo Sprea le cui rive sono abitate soprattutto da fabbriche abbandonate. Una di queste, pur essendo diroccata, è animata da una gran folla che ne riempie il cortile e ne ricopre i tetti. Stanno ballando. Ma di più non si può notare, il treno è andato oltre. Qualche giorno dopo, camminando lungo strade semideserte e viuzze nell’erba, abbiamo raggiunto la fabbrica scoprendo che parte della sabbia di Riccione è ora lì a costituire una spiaggetta improvvista dove i ragazzi si divertono a prendere il sole e a tracannare birra guardando il fiume.

Berlino è una città ricca di musei, ce ne sono di tutti i tipi, arte contemporanea, arte ellenistica, cultura ebraica, cultura nazista… ma noi, con pochi giorni a disposizione, anche se un museo lo abbiamo visitato, siamo andati per carpire qualcosa della città. E quello che ho intuito è che i berlinesi mi pare vivano davvero bene. Niente traffico, niente mezzi affollati, niente code per entrare nei locali, tante bici, tanti cani (ma nessun gatto???), uccellini disneyiani che cinguettano e mangiano direttamente dalle mani…
Così mi sono fatta l’idea che Berlino sia come un paesone ma formato metropoli, a misura d’uomo ma con spazi enormi: grandi strade e grandi spazi verdi come il famoso parco Tiergarten che fagocita cittadini di ogni tipo, dalle famiglie turche a quelle ariane, dalla single in topless, allo sportivo con cane, al punkettone con famiglia.
Un’altra cosa mi ha colpito e che credo rappresenti bene lo spirito della città: l’ingresso della metropolitana. Ho visto diverse metropolitane ma nessuna senza alcuna barriera, senza tornelli da superare. A Berlino sì. A Berlino si possono permettere di gestire bene le linee di metropolitana senza mettere controlli all’ingresso. I casi sono due, o la maggior parte dei berlinesi è davvero onesta oppure se ti beccano in metropolitana senza biglietto sei finito, devi vendere la casa, l’auto e lavorare a vita per pagare la multa.

Girando per i diversi quartieri della città ho cercare di immaginare il grande assente, il muro. Ora del muro resta poco, come è giusto che sia, chi ci pensava quel novembre a preservare qualche pezzo per i turisti di oggi, si pensava solo a cancellare quell’assurdità.
Però tracce del muro l’occhio attento le trova, a volte manifestate apertamente attraverso cartelli di foto d’epoca e pezzi ricollocati successivamente, a volte volutamente rese note, come la East Wall Gallery, piuttosto squallida (come pure terribile è la ricostruzione di Check Point Charlie), a volte piccoli tratti, ormai parte integrante della nuova urbanistica e difficilmente appariscenti.

Sono passati venti anni da quando la Germania è tornata ad essere unita e Berlino una sola, certamemente i primi anni dopo la caduta del muro visitarla doveva essere davvero un’esperienza particolare e a suo modo dolorosa, Berlino, tra l’altro, ha subito pesanti bombardamenti durante la seconda guerra mondiale e ha impiegato decenni per curare le sue ferite. Oggi che la ricostruzione ha saldato i due settori, Berlino resta comunque, almeno rispetto ad altre città tedesche che ho visitato, un mondo a se stante, dove pare, tra l’altro, che la vita artistica e culturale sia molto viva e creativa. Purtroppo cinque giorni non portano a conoscere una città, ma io sono tornata a casa con l’idea che sia una città dove è bello vivere.

Berlino senza glutine – Non ho molto da dirvi se non di armarvi di foglietto con le traduzioni in tedesco (dal sito già citato e riportato nella colonna dai link qui a destra) e di non fatevi problema a mostrarlo ovunque. Oltre a quello scegliete piatti “sicuri” (carne e pesce, frutta e verdura) ed evitate salse, ma quello già lo sapete. Io ho mangiato in una birreria un ottimo stinco con patate e un filetto in una steak house dove, tra l’altro, appena la cameriera ha visto il foglietto ha capito di che si trattava, evidentemente non ero la prima. Ho cenato anche in due ristoranti etnici di riferimento orientale, tagliolini di riso con pollo e verdure e riso al curry (pollo, verdure e spezie) ed è andato tutto bene. Comunque in rete ho trovato su vari siti questo elenco di locali berlinesi che forniscono menu per celiaci, io però non ho avuto occasione di andarci.

Visto che tanti mi scrivono per chiedermi come fare quando vanno in giro vi racconto come faccio io. Ovviamente parlo di vacanze brevi, di massimo una quindicina di giorni. Io mi porto sempre biscotti e brioche per la prima colazione che vado a fare in locali come Starbucks (santo!). Con una colazione così abbondante spesso non è nemmeno necessario pranzare (così risparmio soldi e tempo) e comunque mi porto dei cracker o pizzette sottovuoto nel caso venga colta da fame mentre sono in giro. La sera utilizzo il sacro fogliettino e scelgo locali non troppo particolari dove valuto di poter trovare piatti “semplici”. Comunque nella mia valigia, oltre ai farmaci consueti, non mancano mai due confezioni di Dissenten, che non si sa mai!


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