Archivio per settembre 2007

Prove di dogana

Questa storia dei controlli doganali e della raccolta sui dati personali mi sta profondamente antipatica e la percepisco come molto ingiusta.

Specie quando leggo che avrò come vicino di casa Ahmadinejad, che alloggia a un isolato dal mio Hotel (ma spero se ne vada contestualmente al mio arrivo, non per altro ma non vorrei essere coinvolta in manifestazioni più o meno violente contro la sua persona).

Chissà se anche lui avrà dovuto rispondere alle domande del modulo di ingresso  (ti droghi? vuoi fare un attentato? fai parte di associazioni terroristiche?…)

Viaggiare senza glutine

A giugno di quest’anno, ho “festeggiato” i miei primi 10 anni da celiaca (cos’è la celiachia). In questo tempo ho avuto la fortuna di viaggiare molto, a memoria cito Cina, Francia, Messico, Maldive, Giappone, Inghilterra, ad esempio.
Devo dire che non mi sono mai trovata di fronte a grandi difficoltà anche se purtroppo, per non rovinarmi la vacanza ( e i villi intestinali, naturalmente), ho dovuto spesso,  a fatica,  rinunciare a molti piatti che avrei volentieri divorato (ma questo avviene spesso anche quando sono in Italia). 

In Cina e Giappone, grazie ad amicizie, mi ero dotata di una traduzione in lingua locale che spiegava efficacemente ed educatamente la mia intolleranza (se riuscirò a ritrovare le traduzioni le metterò on line, credo possano fare comodo ad altri viaggiatori con le mie stesse necessità) negli altri luoghi invece ho sfruttato quel poco di francese e inglese che so (sappiate comunque che sul sito di celiachia.it c’è il vademecum del viaggiatore celiaco che riporta, in diverse lingue, le frasi essenziali per spiegare l’intolleranza ai ristoratori esteri, lo linkerei ma la pagina al momento non è raggiungibile).

In assoluto, per ora, il luogo in cui ho avuto meno difficoltà è stato sicuramente Londra, lì basta dire che si ha la necessità di mangiare Gluten Free e capiscono subito, senza dover scendere in spiegazioni (devo dire che la stessa cosa mi è capitata a Vulcano, sulle isole Eolie, probabilmente la diffusione della celiachia e il fatto che fosse località turistica ha fatto sì che i ristoratori locali fossero perfettamente a conoscenza del problema, ma di questo parlerò quando vi racconterò delle Eolie).

Ora che devo andare a New York, come sempre prima di partire per un paese occidentale dove so che la celiachia è conosciuta, ho cercato su internet una lista di ristoranti e locali “Gluten Free” oriented. Leggendo qua e là ho trovato parecchi locali che garantiscono un menu senza glutine, molti, curiosamente, di cucina italiana. Di sicuro andrò a testarne qualcuno. Per il momento però, per aumentare la mia trepitante attesa della partenza, passo le giornate sbavando su questa pasticceria . Immaginatemi un po’ come il femminile di Homer Simpson di fronte alle ciambelle glassate…

Capitolo primo

Capitolo primo. Adorava New York. La idolatrava smisuratamente“. No, no, è meglio “La mitizzava smisuratamente“, ecco. “Per lui, in qualunque stagione, questa era ancora una città che esisteva in bianco e nero, e pulsava dei grandi motivi di George Gershwin“. Ahhh, no, fammi ricominciare da capo.

Capitolo primo. Era troppo romantico riguardo a Manhattan, come lo era riguardo a tutto il resto. Trovava vigore nel febbrile andirivieni della follia e del traffico. Per lui New York significava belle donne, tipi in gamba che apparivano rotti a qualsiasi situazione“. Eh, no… stantio, roba stantia… di gusto uhm… Insomma, dai, impegnati un po’ di più. Da capo.

Capitolo primo. Adorava New York, anche se per lui era una metafora della decadenza della cultura contemporanea. Com’era difficile esistere in una società desensibilizzata dalla droga, dalla musica a tutto volume, televisione, crimine, immondizia“. Troppo arrabbiato. Non voglio essere arrabbiato.

Capitolo primo. Era duro e romantico come la città che amava. Dietro i suoi occhiali dalla montatura nera, acquattata ma pronta al balzo, la potenza sessuale di una tigre”. No, aspetta, ci sono.

“New York era la sua città, e lo sarebbe sempre stata“.

(Woody Allen,  “Manhattan”)

Paranoie da temperatura

Inizio a meditare sulla valigia. Che mi porto? Poca roba, ovviamente. Di fatto ne porterò tantissima, ovviamente.
Mi consigliano di portare lo stretto necessario e comprare tutto lì visto che certe cose si trovano a prezzi molto inferiori all’Italia.
Ho capito ma non è che sono Julia Robets in Pritty Woman, non ho la carta di credito del riccone con cui girarmi le boutique. E poi che marche potrei trovare che non si trovino altrove? Sì magari  modelli che in Italia non ci sono, e non escludo di prendere qualcosa (a Londra, città carissima, le scarpe costavano davvero poco rispetto Milano, ad esempio) però non voglio/posso rifarmi il guardaroba là.

Quindi che mi porto? E, cosa ancora più importante, che temperatura ci sarà?

Mi dicono che lì fa più caldo d’estate e più freddo d’inverno, ma ora, nella mezza stagione, come sarà? Parto dall’idea che il clima sia come qui però non vorrei essere troppo leggera o troppo pesante, anche pochi gradi fanno la differenza.  Qui siamo in quel momento dell’anno in cui trovi l’infradito_canottiera_pinocchietto insieme alla giaccaavento_jeanspesante_polomanicalunga_maglioncinodicotonepesante.

Allora chiedo aiuto alla tecnologia e faccio la Grande Sorella. Mi metto a guardare qui  gli americani a Times Square (consiglio cam n°4) e faccio le seguenti considerazioni:

1) la temperatura al 17 di settembre è più o meno come la nostra, solo che è espressa in Fahrenheit: siamo sui 65 gradi F., utilizzando il convertitore, scopro appunto che sono circa 17 gradi, in linea con la temperatura milanese.

2) la media dei newyorkesi veste con t-shirt manica corta/lunga e jeans ma si vedono  felpe e piumottini quindi i newyorkesi, come i milanesi, in questa stagione sono un po’ confusi

3) altro che Sex and the City: Manolo Blahnik e vestiti CK

Il blog vive!

Lo so. Tutto è rimasto in silenzio a lungo. Forse troppo.
In realtà non è mai decollato del tutto. Sinora.

Sono pronta a ripartire adesso.

A fine mese partirò per una visita di una decina di giorni a New York e ve la racconterò al mio ritorno.
A giugno sono stata alle isole Eolie e ve le racconterò, sempre al mio ritorno.
Vorrei anche mettere del materiale per i viaggiatori celiaci come me, anche questo al mio ritorno.

E prima che farò? Credo che sfogherò qui la mia ansia da partenza 🙂


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